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Vino ungherese 2019

Furmint Harslevelu

A ritorno dall'Ungheria, con impressioni ancora fresche, faccio un breve riassunto generale. Il paese conta 22 regioni vitivinicole. Di queste 22, ad oggi, è necessario menzionare almeno 4-5. Ovviamente Tokaj (di cui a parte), poi Villany,  Szekszárd, Eger, e Somló. Il vino è una cosa importante in Ungheria: era quinta nazione per la quantità del vino prodotto prima della fillossera; il vino è menzionato nell'inno nazionale; ci sono reperti che dimostrano la presenza del vino sul territorio molto prima dell'arrivo dei romani; la prima regione vinicola a livello mondiale dichiarata nel 1737 è Tokaj. Tuttavia, a causa del periodo sovietico, orientato verso la quantità e non la qualità, Ungheria, si potrebbe tranquillamente dire, sta muovendo i primi passi dopo una lunga malattia, con grande aiuto di investitori occidentali. Difficile definire style di vino tipicamente ungherese: ce n'è di tutto anche all'interno delle minuscole sottozone.

1. Eger. 130 km est da Budapest

E' la Bordeaux ungherese. Qui si produce il più famoso blend rosso del paese, Egri Bikavér (Sangue di toro). Non c'è uvaggio "standard", la legge implica solo che il 50% del blend deve essere composto dai vitigni locali. Il vitigno predominante è Kékfrankos, che ogni produttore è libero mettere in qualsiasi percentuale con Kadarka, Kékoportó, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah ecc. Maggior parte di questi vini sono abbastanza rustici e marmellatosi con una buona acidità. Ci sono, però, cantine che producono Bikavér più aggraziato, dritto e speziato, come quello di St Andrea o di Hagymasi. Il 1997 di quest’ultimo è, senza se e senza ma, un gran vino: elegante e di una complessità terrosa, boschiva, vegetale. 

Egri Bikavér

wine witness

Inoltre, anche Cabernet Franc e Pinot Noir fanno delle promesse non prive di fondamenta, come, per esempio, quelli prodotti dalla società di Gal Tibor, fondata nel 1993 insieme a Nicolò Incisa della Rochetta.
A Eger (città, tra l'altro, bellissima), si produce anche il blend bianco, Egri Csillag (Stella di Eger). E' abbastanza aromatico, con tanti fiori bianchi e frutta esotica. Dignitoso, nulla di più.
Una volta qua, per fare una degustazione a 360°, basta chiedere il GPS di essere portati alla Valle delle Belle Donne, appena fuori dalla città di Eger, per assaggiare diversi esempi di Bikavér. La Valle, in realtà, è un territorio di circa 4000 ha di vigneti, ma nel suo punto principale (quello di GPS, per intenderci) si presenta come una piazza del paese, circoscritta, anziché da case, da cantine scavate nel tufo secoli fa. Come ovunque nel settore servizi in Ungheria, quasi tutti parlano inglese e volentieri rispondono alle domande.

2. Villány e Szekszárd. 150-200 km sud da Budapest.

Suoli vulcanici, inverno più mite che al nord, ottime esposizioni solari, da qui provengono i migliori Cabernet Franc, Kadarka, Cabernet Sauvignon e Merlot: complessi ed eleganti, o sottili Kadarka (foto), molto spesso sono fatti magistralmente.
Famiglia Antinori ha investito in Szekszárd e produce vini sia rossi che bianchi (a Tolna) come azienda Tűzkő Estate. Lo splendido Harslevelu di Bock in Villány che ho bevuto dimostra che anche i bianchi della regione possono essere di grande livello.

Vitigni ungheresi

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3. Nagy Somló. Circa 80 km nord-ovest da Budapest, al confine con la Slovacchia 

E' la più piccola regione ungherese con terreni variegati vulcanici, argillosi e sabbiosi. Considerata una regione di estremo interesse per i bianchi fatti con l'uva Juhfark (Coda di pecora). Questi vini si distinguono per il loro caratteristico aroma di cenere e fumo e sapore sapido. Migliora con affinamento in bottiglia sviluppando sentori aggrumati e corpo.
Io ho assaggiato due esemplari soli, sicuramente interessanti per quanto preferisco alcuni Harslevelu e Furmint secchi. Ma due vini soli non bastano..

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