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a casa di eric texier

eric texier
 

Ci siamo dati l’appuntamento davanti alla sua cantina. Arrivati qualche minuto prima, stavamo ammirando il bellissimo paesaggio della campagna del Beaujolais, dove il famoso vignaiolo della Côtes du Rhône ha scelto di stabilire il suo quartier generale. Puntuale come orologio svizzero, appare pedalando, alle 18:00 precisi, l’uomo coi capelli bianchi e un sorriso sornione e si presenta: sono Eric Texier



Côtes du Rhône
Lo seguiamo in cantina, bella spaziosa, piena di botti e barrique. Il fondo della cantina è veramente antico, risale al XV secolo, il resto, ricostruito fedelmente, è di epoche più recenti. Qui assaggiamo direttamente dalla vasca i suoi rossi, cominciando dal "Chat Fou" 2021, un blend di Grenache 80%, Cinsault e Clairette che ci si apre con aromi fruttati, floreali e di sottobosco, mostrando piacevole leggiadria e freschezza, così da far venire voglia di proseguire a gustarlo in questa stagione calda. Ma Eric ci porta a conoscere i suoi Syrah, provenienti dalle due sponde del Rodano: quello di Côte-Rôtie, di Brézème, di Saint Julien en Saint Alban, da vigne di età differenti e di annate diverse. Ogni volta che si assaggia i vini di Eric Texier, è un epifania per il palato e un cibo per la mente. Abituati da decenni ai Syrah rodanesi corposi, fitti e muscolosi come un culturista esteta, solcando la soglia della cantina Texier dobbiamo dimenticarli, uscire dalla palestra metropolitana per incontrare la natura di boschi, di dirupi scoscesi, di colline verdi. 


syrah
I Syrah di Eric Texier sono tessuti di seta taffetà, scorrevole e frusciante, che profuma di erbe aromatiche, di foglie autunnali, di frutti di bosco e di spezie macinate che volteggiano nell’area soffiati dai venti delle Alpi. Puliti (anche quando non filtrati), fini, piu snelli quelli della riva destra, più corposi quelli della sinistra, accomunati dalla piacevolezza di beva, dalla loro finezza, dall’espressione ancestrale del terroir da cui provengono. Eppure, sono vinificati con tutti i raspi! Così si sfatano i luoghi comuni.

Eric dice che non riscontrano il gusto di tutti neanche nella zona d’origine, anche se ora molto più spesso che 20 anni fa, ma che a lui questo fatto non importa: “non inseguo il piacere altrui, faccio vino che piace a me, che racconta il Syrah autentico delle zone antiche del Rodano”. 

Poi esordisce: “non mi piacciono le degustazioni, che ne dite di andare a casa mia e fare un semplice aperitivo?”. Più felici di cosi, montiamo in macchina e 5 minuti dopo ci ritroviamo in un posto incantato: quasi in mezzo al nulla una solida casa di campagna, un tavolo grande sotto la folta chioma di un albero, circondati dalla vista mozzafiato sulle colline di Beaujolais. Come nelle scene dell’”Ottima annata” o nella cartolina che un turista porta a casa.



Eric porta la prima bottiglia di bianco, è un Brézème Roussanne 2018, Laurence (sua moglie) porta formaggi e salumi, noi, curiosi di tutto, cominciamo a bombardarli con le domande. Cosi scopriamo che i due si conoscono circa 30 anni fa all’Università di Lione, studenti della facoltà di ingegneria tutti e due. Si innamorano. Nel tempo libero praticano l’arrampicata che, non lontano da Lione, si fa normalmente in Savoia o sul Rodano. Di giorno faticano, di sera si viziano con buon cibo e buon vino. Eric, che proviene dalla zona di Bordeaux rimane sorpreso e si sente un po’ ingannato: il vino della terra natia non gliela raccontata giusta… Cosi, comincia ad assaggiare, a scoprire vini, vitigni e terroir con la veracità di uno assettato di conoscenza. Finche capisce che è arrivato il momento di esprimere la propria opinione e, a quel punto, compra un piccolo vigneto appunto nella zona del Rodano del nord.

La seconda bottiglia è un Brézème Roussanne 2021. Come quello precedente ha una notevole complessità aromatica che spazia da fiori gialli e pesche mature, da miele a erbe di campo ma la nota ossidativa, presente anche nell’annata 2018, qui è ancor più pronunciata. Sorpresi da questo “errore cronologico” lo facciamo presente a Eric che si limita a sorridere “sotto i baffi”. Comunque questo Roussanne ci piace eccome e, mentre conversiamo sull’utilità di certi vitigni (naturalmente in maniera soggettiva dettata dai nostri gusti personali), sulle ragioni delle macerazioni, su certi vini “costruiti” a volte nelle zone vinicole intere, Eric porta a tavola una bottiglia Brézème Roussanne 2007. 


eric texier

Sorpresa! Rullo di tamburi! Di ossidazione nemmeno una traccia. Un colore dorato sgargiante, una grande raffinatezza dotata di corpo formoso, ricorda una madame disinvolta che si beffa di tutto e di tutti consapevole della sua bellezza. Lo sorseggiamo con parsimonia, è buono davvero.

Si uniscono a noi due amici di Eric e Laurence, portando altre provviste per aperitivo e ci spostiamo con le nostre chiacchiere in Italia, bevendo un gioioso Pet Nat di Eric, creazione di sua figlia, che sa di moscato croccante. Parliamo di vari Pet Nat italiani, delle zone di Sicilia che qualche volta sorprende i nostri nuovi amici, a volte invece li delude con la piega che ha preso, scopriamo anche qualche gossip che non conoscevamo (e loro si!). Parliamo di Syrah in Italia, dove secondo Eric, un vignaiolo ne fa uno dei migliori al mondo (non scrivo per correttezza il nome), di ingloriosi tentativi di produrre i vini da Nebbiolo e Sangiovese in Francia. Piano piano si fa notte. Ci salutiamo da amici, Eric promette di venirci a trovare in Italia. Torniamo felici.